Il cinema italiano di genere del secondo dopoguerra ha fatto ricorso a coproduzioni con Paesi tradizionalmente amici come Francia e Spagna. I film venivano girati in Italia per gli interni (a Cinecittà, alla De Paolis, agli studi della De Laurentiis) dove tecnici e maestranze garantivano risultati di qualità. Si ricorreva alle trasferte in Spagna per gli esterni, che con i suoi paesaggi mediterranei si prestava all’ambientazione dei racconti mitologici e dove le scene di massa erano economicamente più convenienti grazie a comparse radunate a buon mercato. Il cast era eterogeneo e multilingue, con attori concordati fra Roma, Madrid e Parigi in base alle quote di partecipazione produttiva. Nel recente anniversario della morte di Sergio Leone si è fatto un gran parlare dei suoi esordi come regista ed è stato citato il suo primo film Il Colosso di Rodi del 1961. Nel rivederlo oggi, al di là di certe ingenuità dell’impianto narrativo – anche se fra gli sceneggiatori compare il nome di Ennio De Concini – e la prevedibilità del genere peplum, se ne apprezza la fastosità dell’apparato scenico. E’ così che ci imbattiamo in uno scenografo non molto attivo nella nostra cinematografia ma che ha comunque avuto un peso nella filmografia di quel periodo, tra la fine degli anni ’50 e tutti gli anni ’60. Si tratta di Ramiro Gòmez in cui ci eravamo già imbattuti in Gli ultimi giorni di Pompei del 1959, diretto da Mario Bonnard e interpretato dall’indiscusso re di quel genere, l’indimenticabile Steve Reeves (da tutti identificato con il mitico Ercole).
Nato a Madrid il 7 giugno del 1916, il suo nome completo era, all’ampollosa maniera iberica, Ramiro Gòmez y Garcia de Guadiana. E’ deceduto nella capitale spagnola il 9 giugno del 2003 alla ragguardevole età di 87 anni.
Nella sua carriera ha firmato le scenografie per un nutrito e variegato elenco di film: storici, d’avventura, comici, del brivido, commedie.
Debutta come aiuto-scenografo di Luis B. Santamaria in El escandalo, film datato 1943 diretto da Sàenz de Heredia e ben presto Gòmez si ritaglia il proprio spazio come “escenògrafo” titolare in decine di film spagnoli degli anni ’40 e ’50. Ma il suo salto di qualità è con i film in costume di casa nostra, quando potrà dare libero sfogo alla sua creatività, con quell’esuberanza un po’ kitsch di colonnati, templi, alcove, stanze del trono e sale dei banchetti che sono la cifra estetica di cartapesta dei kolossal italiani formato famiglia degli anni ’60.
Del 1959 è Zoras il ribelle, coproduzione Spagna-Italia diretta da José Luis Sàenz de Heredia con Ettore Manni, Francisco Rabal e Milly Vitale, il cui titolo originale è Diez fusiles esperan, ambientato nel periodo della guerra civile di quel Paese.
La rivolta degli schiavi, coproduzione Italia-Spagna con la regia di Nunzio Malasomma, è del 1960 e fra gli interpreti annovera Rhonda Fleming ed Ettore Manni.
Del 1961 è Furto su misura, coproduzione Spagna-Usa (The Happy Thieves) per la regia di George Marshall, con Rita Hayworth, Rex Harrison e la nostra Alida Valli.
Nel 1964 esce I marziani hanno 12 mani, coproduzione italo-spagnola (Llegaron los marcianos) diretta da Castellano e Pipolo con Magalì Noël, Paolo Panelli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Dello stesso anno è La ragazza meravigliosa (La chica del trebol) per la regia di Sergio Grieco, con Rocio Durcal, Fabrizio Moroni e Marisa Merlini. A dicembre esce in Italia I cento cavalieri, diretto da Vittorio Cottafavi, con Mark Damon, Antonella Lualdi, Arnoldo Foà, ambientato nella Spagna medievale. Il film uscirà sulla piazza spagnola nel 1965 (Los cien caballeros).
Nel 1965, sempre con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, esce I due sergenti del generale Custer, per la regia di Giorgio Simonelli.
Chiude il decennio Gli orrrori del liceo femminile, un thriller del 1969 di Narciso Ibaňez Serrador (La residencia) con Lilli Palmer, di cui firma la scenografia assieme a Victor Maria Cortezo.
Nel 1971 esce in fondo alla piscina (La ultima seňora Anderson) di Eugenio Martìn, un giallo con Carroll Baker, Michael Craig, Marina Malfatti.
La sua ultima fatica spagnola è del 1988 quando disegna le scene per il film di Antonio Isasi-Isasmendi, El aire de un crimen, con Francisco Rabal.
1959: Zoras il ribelle
1959: Gli ultimi giorni di Pompei
1959: Gli ultimi giorni di Pompei
1960: La rivolta degli schiavi
1961: Il colosso di Rodi
1961: Il colosso di Rodi
1961: Furto su misura
1961: Furto su misura
1964: I marziani hanno 12 mani
1964: La ragazza meravigliosa
1964: I cento cavalieri
1965: I due sergenti del generale Custer
1969: Gli orrori del liceo femminile
1971: In fondo alla piscina
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